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Come l’industria automotive deve fronteggiare la crisi delle forniture di componenti

Come l’industria automotive deve fronteggiare la crisi delle forniture di componenti

Le grandi Case automobilistiche – come Volkswagen, General Motors, Daimler Mercedes Benz e Stellantis – devono prepararsi ad affrontare la crisi globale di semiconduttori anche per gli anni a seguire, riprogettando strategicamente le auto e trovando delle alternative efficaci a componenti che stanno diventando di difficile reperimento.

In parallelo, anche i ritardi nella catena delle forniture dall’Estremo Oriente persisteranno anche nel 2022: infatti, la capacità produttiva di microprocessori rimarrà limitata nel lungo termine poiché i grandi produttori orientali sembrano non essere interessati a investire i propri capitali per aumentare i volumi delle forniture dei semiconduttori (utilizzati soprattutto nei modelli di auto di ultima generazione). I costruttori di veicoli dovranno, dunque, impegnarsi moltissimo per monitorare i fornitori, gestire i continui ritardi delle future consegne e cercare delle vie alternative per arginare il prima possibile la crisi.

L’industria automotive dovrà accelerare la transizione tecnologica verso architetture elettroniche più avanzate e centralizzate, evitando il più possibile componenti obsoleti e in via di dismissione e, inoltre, non più interessanti per il core-business dei colossi elettronici quali TSMC, Samsung, Intel e Global Foundries.

Nel 2021, la carenza di chip ha creato fermi linea delle catene produttive di molti veicoli, facendo precipitare le consegne addirittura al di sotto di quelle del 2020, anno legato alla chiusura forzata delle fabbriche a causa dell’emergenza sanitaria. Tra tutte le Case, Stellantis NV sembra essere il Gruppo che più di tutti sta subendo l’impatto della mancanza di chip.

A livello strategico, si dovranno riprogettare i veicoli del futuro con computer di bordo multifunzionali, riducendo così il numero di componenti elettronici necessari per ogni veicolo. Andranno dunque rapidamente introdotte architetture elettroniche di controllo del veicolo che contengono chip di ultima generazione.

I mezzi attuali, infatti, posseggono un sistema elettronico decentralizzato, con molti semiconduttori separati che controllano le singole funzioni: oggi, i veicoli contengono in media 1.400 componenti elettronici soggetti a carenze di fornitura e ciò provoca fermi linea completi, anche per la mancanza di un solo chip.

Secondo le statistiche, solo nel 2021, la crisi dei componenti ha provocato al settore perdite per 210 miliardi di dollari di vendite.

Gli esperti prevedono che, nei prossimi anni, si potrebbero verificare anche carenze di approvvigionamento di resine, metalli e gomma. Per questa ragione, Reinova è pronta a supportare i suoi partner nella validazione di soluzioni migliori e alternative, garantendo in questo modo la continuità produttiva. L’industria dovrà affrontare in modo strategico e strutturato le eventuali e possibili carenze, grazie a società di consulenza in grado di testare e confrontare le prestazioni di nuove tecnologie.

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Motor Valley Fest 2022: momento di confronto sulle ultime novità della transizione alla mobilità elettrica

Motor Valley Fest 2022: momento di confronto sulle ultime novità della transizione alla mobilità elettrica

L’8 giugno 2022 il Parlamento dell’UE ha confermato lo stop alle vendite di auto con motore endotermico a partire dal 2035. Unica deroga ammessa riguarda le Case automobilistiche che producono meno di 10.000 veicoli all’anno a cui viene concesso un posticipo di 12 mesi e dunque lo scatto all’obbligo a partire dal 2036.

Il nuovo Regolamento, inoltre, dovrà attraversare un’ulteriore e complessa procedura di approvazione da parte del Consiglio Europeo: il pacchetto “Fit for 55” * proposto dalla Commissione Europea nel luglio 2021, con l’obiettivo di rafforzare ulteriormente il “Green Deal”, ovvero le misure dell’UE per contrastare il cambiamento climatico attraverso la limitazione delle emissioni di gas serra.

Questi chiari cambiamenti imposti all’industria automotive europea non sono del tutto una sorpresa, poiché è da diversi anni che, durante i convegni settoriali, quasi tutti gli esperti e manager del settore concordano sul fatto che i veicoli privati saranno elettrici, connessi e – quando la legge lo consentirà – anche autonomi.

Preso atto di questa chiara decisione politica, si apriranno prevedibili scenari per le industrie automotive italiane ed europee che, negli ultimi decenni, hanno prodotto veicoli e loro componenti utilizzando la tecnologia ICE, motori a combustione endotermica, diesel, benzina e gas.

Analisi di mercato di McKinsey & Company: la parola agli esperti

Durante il Motor Valley Fest 2022 di Modena, i relatori hanno espresso la loro preoccupazione in merito alla transizione energetica in atto, nervosismo dimostrato soprattutto da parte dei costruttori di auto sportive e della filiera di fornitori di componentistica tradizionale, in particolare dei motori a pistoni.

A tal proposito, risulta essere molto interessante l’analisi di mercato presentata da McKinsey & Company e dedicata al settore delle auto sportive e di lusso. L’analisi, infatti, mette in evidenza – prima degli obblighi di legge imposti da eventuali nuovi regolamenti dell’UE – un mercato automobilistico luxury e premium della Motor Valley già in netto cambiamento: l’elettrificazione delle automobili e il relativo basso impatto ambientale risultano infatti elementi intangibili, dei veri obblighi per i futuri acquisti della clientela di riferimento che sembra essere sempre più giovane. La fascia d’età più bassa del cliente medio dei costruttori della Motor Valley – come Ferrari, Lamborghini, Dallara, Ducati e Pagani – obbliga infatti l’industria a considerare seriamente la cultura anche ambientale, radicata tra i 20enni e 30enni di oggi.

La ricerca di McKinsey ha inoltre messo in evidenza anche l’importanza dell’esclusività di design, elettronica, software e infotainment per le nuove auto di lusso, dove le prestazioni mozzafiato, l’accelerazione, la velocità massima e la tenuta di strada devono essere affiancate sempre di più da un’interfaccia digitale con l’utente pressoché perfetta.

Dal campione di clienti potenziali analizzato da McKinsey, sembra che il 58% consideri fondamentale la sostenibilità ambientale del bene di lusso, addirittura uno dei primi motivi d’acquisto, anche di una hypercar “made in Motor Valley”.

In parallelo, le limitazioni tecniche imposte dal “Fit for 55” sono orientate alle vendite nei Paesi europei membri dell’UE, ma esiste una grande quantità di potenziali clienti del settore lusso che abitano e circolano con le loro auto in grandi metropoli fuori dall’UE, dove, d’altra parte, le amministrazioni pubbliche locali, già a partire dal 2024, hanno accelerato notevolmente – e con particolare severità – i blocchi al traffico motorizzato, soprattutto per i veicoli con motori diesel.

Claudio Domenicali, Amministratore Delegato Ducati Motor Holding S.p.A., ha dichiarato che esiste un’ampia opportunità, all’interno del tessuto produttivo industriale della Motor Valley, per un eventuale sviluppo di batterie e componenti utili a moto e automobili elettriche ad alte prestazioni, con peso ridotto e ad alta densità energetica. Per rispondere alla domanda crescente di motociclette e auto sportive elettriche, la transizione energetica offre infatti nuove opportunità per la filiera di fornitori automotive specializzati nelle nicchie di prodotto e sviluppatasi soprattutto in Emilia Romagna, negli ultimi 70 anni.

McKinsey conferma, inoltre, come la transizione energetica stia generando nuove opportunità per i produttori di trasmissioni ibride elettromeccaniche dedicate ai veicoli elettrici, batterie, sistemi di gestione delle batterie (BMS), inverter, “Domain control unit”, display “Head–up” e sensori come il LiDAR e il radar per gli ADAS. In parallelo, a questi elementi elettrificati verranno affiancati anche aree stabili, come le parti strutturali di carrozzeria, i sistemi di climatizzazione, ruote, pneumatici e sedili.

Enrico Galliera, Chief Marketing and Commercial Officer Ferrari S.p.A., durante il suo intervento al Motor Valley Fest, ha offerto ulteriori spunti di riflessione sull’importanza strategica commerciale dell’elettrificazione, anche delle auto sportive. Gli acquirenti attuali delle auto Ferrari sembrano, infatti, lamentarsi del fatto che i motori sportivi endotermici siano troppo rumorosi e causa di inquinamento acustico nelle zone residenziali. Risulta essere dunque un vantaggio poter offrire automobili ad alte prestazioni, eventualmente ibride, che possano dunque essere sia elettriche, assolutamente silenziose nell’uso urbano, ma anche performanti nell’uso sportivo attraverso l’utilizzo della motorizzazione tradizionale.

A dimostrazione del fatto che l’Emilia Romagna sia attualmente una delle regioni italiane più propense alla sperimentazione innovativa per l’industria automotive mondiale, Mate Rimac, leader e fondatore della Rimac Automobili, ha affermato, durante il Convegno, che vorrebbe installare il prima possibile una fabbrica di auto proprio nel cuore della Motor Valley.

Nell’analisi di McKinsey emergono altri spunti interessanti legati ai vari segmenti automobilistici: almeno dal 2012, stanno aumentando costantemente le vendite di auto sportive e di lusso che, nel 2021, hanno raggiunto il notevole numero di 125.000 unità (nel 2012 erano solo 75.000 unità). Un dato nettamente inverso rispetto al calo di vendite registrato in tutto il mercato mondiale dell’auto, ma ancor peggio nel mercato auto generalista europeo.

McKinsey, infine, incoraggia il settore automotive a investire in marketing di prodotto e a ricercare costantemente i fattori di competitività dei nuovi veicoli elevandone il valore percepito, con l’obiettivo di attrarre nuovi potenziali acquirenti. Saranno quindi necessari consulenti industriali e organizzazioni in grado di interpretare e applicare quello che sarà l’evoluzione della domanda, con la dovuta diversificazione delle strategie nei diversi mercati globali.

Per la Motor Valley esistono sei aree tecnologiche del veicolo dove poter eccellere a livello mondiale: batterie ad alte prestazioni, materiali leggeri, aerodinamica, biocarburanti, software CAD che applicano l’intelligenza il CFD, Infotainment e software di bordo. Un settore aggiunto di possibile differenziazione è rappresentato dalla mobilità condivisa di massa, micro-mobilità, carsharing, e-scooter, moped, e-bike.

Reinova è un polo di eccellenza tecnologica, con le competenze necessarie alla transizione elettrica dei veicoli e della mobilità. Il ruolo di Reinova è quello di facilitare e velocizzare la validazione di componenti elettrici ed elettronici delle batterie, strategici per l’elettrificazione e destinati anche ad automobili sportive e di lusso e all’off-highway, con volumi produttivi medio piccoli e/o inferiori ai 10.000 veicoli annuali. Grazie alla sua presenza e visione continua sui mercati internazionali, Reinova supporta i suoi partner nelle ricerche che hanno lo scopo di creare basi solide sulle quali sviluppare le scelte strategiche.

GLOSSARIO

Fit for 55 – è il pacchetto di riforme climatiche proposto dalla Commissione Europea, il 14/07/2021, l’obiettivo è quello di ridurre le emissioni totali di CO2 provocate dall’economia europea del 55% rispetto quelle del 1990, entro il 2030. Il Green Deal europeo prevede la totale neutralità climatica nel 2050.

ICE – Internal Combustion Engine. Motore a scoppio diesel, a gasolio, a benzina od a gas (GPL o CNG).

BMS – Battery Management System. In grado di gestire la ricarica ed il bilanciamento delle singole celle

LiDAR – Light Detection and Ranging – è la tecnologia che misura la distanza da un oggetto illuminandolo con una luce laser, che è in grado di restituire informazioni tridimensionali ad alta risoluzione sull’ambiente circostante.

Domain control unit – nuovi sistemi computerizzati di controllo del veicolo

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Reinova & Block Harbor Cybersecurity: una partnership strategica contro la pirateria digitale

Reinova & Block Harbor Cybersecurity: una partnership strategica contro la pirateria digitale

Con la crescita continua dei controlli elettronici e meccatronici dei componenti e con lo sviluppo di veicoli sempre più connessi, diventa di primaria importanza la necessità di sviluppare prodotti e servizi che garantiscano la massima sicurezza digitale.

Block Harbor Cybersecurity è già partner dei principali costruttori automobilistici, mentre Reinova è specializzata nei servizi di consulenza alla ricerca e sviluppo tecnico, test, validazione di componenti, software per veicoli e i pacchi batterie. I clienti di Reinova necessitano sicurezza nei veicoli connessi e questo sodalizio con Block Harbour Cybersecurity fornirà le competenze e il supporto per raggiungere la dovuta protezione dagli attacchi informatici ai sistemi automotive.

Block Harbor Cybersecurity utilizza i laboratori Reinova per testare i veicoli e per attuare continui miglioramenti con l’obiettivo di evitare attacchi dagli hacker e ottimizzare progressivamente il funzionamento del mezzo. A livello operativo, il team di R&S si impegna a ricercare soluzioni software aggiornate, sicure e adeguate, atte a contrastare un’incombente incertezza, percepita in tutto il mondo, provocata dalla pirateria informatica. Sarà, dunque, d’obbligo, per tutta la filiera automotive, cercare in modo costante soluzioni adeguate a rendere sempre più sicuri ed efficienti i veicoli ed i loro componenti, soprattutto quelli connessi alla rete, sempre più spesso vittima di cyber attacchi ad opera di hacker preparati.

Lotta contro gli hacker informatici pe la sicurezza automotive: dal 1° giugno 2022 al via gli obblighi di Legge

Il 2021 è stato un punto di svolta per le auto connesse soprattutto in merito ai requisiti minimi di cyber security: l’Unione Europea ha effettivamente approvato la UNR 155, entrata in vigore a partire dal 1° giugno 2022, segnando una scadenza per gli obblighi normativi di sicurezza informatica e per l’industria dell’auto.

La connessione in rete dei veicoli li rende parte di un sistema complesso e integrato, in cui la connettività permette, inoltre, metodi di test continuativi molto sofisticati per la verifica e la validazione della sicurezza digitale dei mezzi. La sicurezza cybernetica è necessaria ai veicoli connessi poiché da remoto è possibile variare i parametri di guida più importanti, come la frenata, l’accelerazione, lo sterzo e tutte le altre funzioni dell’automobile, compresa la climatizzazione e le luci.

Un’altissima attenzione per la sicurezza informatica si è diffusa anche negli USA, fino ad arrivare alla Casa Bianca, che ha già dimostrato un concreto interesse per la sicurezza informatica, facendo pressione su società leader della Silicon Valley – come Google, Juniper Networks, Mandiant AT&T, Cloudflare, VMware e Lumen – affinché si migliori la collaborazione tra le stesse aziende private e il Governo USA. L’obiettivo è la protezione delle infrastrutture strategiche statali e private: l’Amministrazione Biden vuole dunque aumentare la sicurezza informatica sia del Governo stesso, sia delle aziende e di tutto il settore privato, considerando che un’ampia gamma di risorse strategiche potrebbero essere vittime di attacchi informatici.

La criticità informatica è, inoltre, ulteriormente cresciuta dopo lo scoppio del conflitto in Ucraina e la conseguenza di un atteggiamento più severo/drastico da parte del Governo russo nei confronti dell’Occidente. L’industria privata, secondo il Governo statunitense, deve fare di più per eliminare e limitare i danni degli attacchi hacker, che operano sia contro obiettivi geopolitici che contro quelli aziendali, individuali, privati, collettivi e sociali. Solo il 6 dicembre 2020 si sono conosciuti pubblicamente gli ingenti danni provocati dalla campagna di spionaggio informatico “SolarWinds” sviluppata degli hacker del Governo russo, che hanno sfruttato una falla nel software di almeno 9 agenzie governative statunitensi e di circa 100 aziende private, evidenziando l’altissima vulnerabilità di molti sistemi IT. Da quel momento in poi, il Governo USA ha decretato la massima allerta contro gli attacchi informatici.

La diffusione dei veicoli connessi, elettrici e a guida autonoma dipenderà anche dalla sicurezza informatica

Indipendentemente dal fatto che i mezzi di trasporto del futuro diventino elettrici e autonomi, la loro connessione alla rete e il loro controllo completo tramite sofisticatissimi software sono già oggi fatti concreti, reali e importantissimi sia per motivi di sicurezza, come segnalare incidenti e malfunzionamenti, sia per anticipare anomalie tecniche e migliorare continuamente il funzionamento del veicolo nel corso del suo intero ciclo di vita.

Grazie agli aggiornamenti software continui, già nelle vetture attuali (anche a combustione interna) è possibile migliorarne la frenata, modificando l’intervento dell’ABS, dei sistemi ADAS (Advanced Driver Assistance Systems), dei controlli di stabilità, di tenuta di strada, di mantenimento della corsia e di frenata automatica, anticollisione, in grado di evitare incidenti senza l’intervento tempestivo del conducente.

La sofisticatezza informatica e lo sviluppo di software sempre più avanzati e completi già presenti oggi su tutte le auto di ultima generazione possono avere un impatto molto positivo sulla sicurezza stradale, compresa quella dei pedoni e dei ciclisti, riuscendo, così, a evitare un possibile coinvolgimento in incidenti grazie all’intervento automatico e immediato dei cosiddetti sistemi “City Safe”, “Front Assist”, “City Emergency”, che provvedono all’arresto del veicolo automaticamente, prima di urtare persone, animali o cose.

In termini ambientali, grazie ai continui perfezionamenti sui software e all’ottimizzazione delle centraline di controllo e d’iniezione, si nota che i motori a combustione interna abbiano la possibilità di vantare emissioni ridotte e un netto miglioramento del loro funzionamento generale.

Tesla attua continui aggiornamenti OTA (Over The Air), ovvero dei firmware e software di controllo delle sue vetture: i perfezionamenti sulle Tesla avvengono ad auto ferma, ma il download avviene tramite rete mobile, anche mentre l’auto è in marcia, senza la necessità di connessione fisica con la rete Internet, né alcuna sosta in officina.

L’attuale preoccupazione dei Governi sulla crescente frequenza di attacchi informatici deve essere un punto di partenza per la prevenzione generale dalle minacce che potrebbero concretizzarsi sui sistemi di controllo di qualsiasi veicolo, immobilizzandolo o, peggio, impedendo la frenata e disabilitando lo sterzo, generando sabotaggi e manomissioni, già oggi possibili anche da remoto. Per tali motivi, gli attacchi cybernetici non devono essere considerati solo un problema che riguardi esperti d’informatica e il contrasto dovrà divenire una delle priorità di tutte le aziende private.

Reinova lavora costantemente a fianco dei suoi Partner, fornendo loro servizi di ricerca, sviluppo, prova e validazione di componenti e software per autoveicoli e sistemi integrati complessi, compresi pacchi batteria. I processi di Reinova iniziano, prima di tutto, dall’analisi approfondita delle necessità dell’utilizzatore finale del veicolo. La consulenza di Reinova, inoltre, arriva alla messa in produzione del componente o del software. Reinova sviluppa soluzioni integrate, grazie all’esperienza, all’impegno e a servizi su misura, con l’obiettivo di semplificare e velocizzare l’avvio dei processi d’industrializzazione e di produzione – compresi i software e firmware di controllo – ponendo una particolare attenzione alla sicurezza informatica.

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Energia idroelettrica: mobilità elettrica e infrastruttura di ricarica delle batterie

Energia idroelettrica: mobilità elettrica e infrastruttura di ricarica delle batterie

Ad oggi, accelerare il processo di produzione di energia elettrica ricavata da fonti rinnovabili è di vitale importanza non solo per rendere più sostenibile la mobilità elettrica e la transizione ecologica – come richiesto anche dal pacchetto “Fit for 55” * dell’UE – ma soprattutto per raggiungere una certa indipendenza energetica da quei Paesi extraeuropei che ne detengono il monopolio. I veicoli elettrici, inoltre, avranno sempre meno emissioni indirette se l’infrastruttura di ricarica sarà alimentata sempre più da fonti energetiche rinnovabili, stabili, e indipendenti dalle condizioni meteo.

Lo sfruttamento dell’energia idraulica – ovvero quel tipo di energia meccanica prodotta dalla corrente dell’acqua – è un meccanismo antico che pare si sia sviluppato, anche in Italia, a partire dal IX secolo: nei Paesi alpini e appenninici, infatti, esistevano ovunque uno o più mulini ad acqua per gli usi più disparati, da quello alimentare per la produzione di farine, dalle segherie ai frantoi, fino ad arrivare al più recente uso industriale per altiforni e magli. Sarà quindi importantissimo ritornare a sfruttare l’energia idraulica, anche in quei piccoli impianti micro-idroelettrici già diffusi.

Durante gli ultimi due secoli trascorsi e fino agli anni ‘60 del Novecento, il nostro Paese ha avuto una forte crescita, anche dovuta al facile ed economico reperimento di fonti non rinnovabili. L’estrazione, il trasporto e la combustione di gas naturale, insieme al petrolio e ai suoi derivati, hanno tuttavia fatto emergere molte criticità: il primo problema è l’inquinamento dell’aria, soprattutto negli ambienti cittadini, ma anche l’alto livello di emissioni di gas serra, soprattutto di CO2, responsabili di numerosi danni ambientali, come il cambiamento climatico, la siccità, la crisi alimentare e, inoltre, la dipendenza economica dai grandi Paesi produttori di gas e petrolio, collocati in aree geografiche instabili e insicure.

L’importanza di poter conservare l’energia

Negli ultimi mesi, è avvenuto un ulteriore peggioramento della situazione geopolitica legata alla guerra in Ucraina che ha causato una preoccupante crisi energetica. Per tale motivo, gli invasi idrici stanno diventando sempre più un patrimonio d’inestimabile valore legato alla reperibilità dell’acqua potabile per uso civile e irriguo agricolo ma anche per la produzione ormai indispensabile di energia elettrica che continua a scarseggiare a causa dell’instabilità socio-politica internazionale da parte dei Paesi fornitori di carburanti fossili (utilizzati nelle centrali termoelettriche). La somma di tutte queste situazioni critiche obbliga l’Occidente a cercare fonti alternative, meglio se da energie naturali e rinnovabili.

TERNA SpA*, nel suo ultimo bollettino datato 23/05/2022, fornisce punti molto interessanti: le rinnovabili hanno soddisfatto, mediamente, il 37% della domanda elettrica del mese di aprile 2022, hanno superato il 50% in occasione delle festività pasquali (tra il 16 e il 18 aprile) e registrato un picco massimo del 60,3% il giorno di Pasqua, ovvero il 17 aprile 2022. Nel mese di aprile 2022, inoltre, la domanda di energia elettrica italiana è stata soddisfatta per l’86% da produzione nazionale e per la quota restante del 14% dall’energia importata dall’estero.

In Italia, sono in decisa crescita le cosiddette nuove fonti energetiche rinnovabili, ovvero l’eolico (+53,5%) e il fotovoltaico (+17,6%). Nel mese di aprile 2022, infatti, l’energia eolica ha beneficiato di una maggiore ventosità mentre la produzione fotovoltaica è cresciuta sia per il maggior irraggiamento ma anche per la crescita di potenza installata in nuovi impianti. Eolico e fotovoltaico, dunque, hanno generato un quarto – circa il 25% – della produzione elettrica nazionale, un valore record per il mese di aprile.

Le criticità dell’idroelettrico

In flessione, invece, sono le fonti geotermica (-0,4%) e idroelettrica (-41%). L’idroelettrico, infatti, sta subendo gli effetti della siccità e delle scarse precipitazioni che si protraggono ormai da diversi mesi.

In Italia, la situazione dell’idroelettrico necessita di adeguate misure, visto che è la fonte rinnovabile più stabile e attivabile a richiesta (soprattutto di notte e durante i picchi di domanda energetica). Infatti, una volta passata nelle turbine delle centrali elettriche e una volta prodotta l’energia elettrica, è possibile immettere l’acqua – perfettamente pulita e potabile – nella rete civica di distribuzione o usarla in agricoltura per irrigare i campi.

I serbatoi delle centrali idroelettriche sono delle vere e proprie batterie d’accumulo d’energia elettrica che può essere conservata per lungo tempo e a basso impatto ambientale senza subire processi di deterioramento. Per tali motivi, la conservazione e il corretto uso delle riserve idriche vanno sviluppate, soprattutto per l’attuale situazione geopolitica che sta causando l’aumento dei prezzi dei watt di energia e un difficile reperimento dell’acqua in molte parti del mondo.

L’autonomia energetica, dunque, sta assumendo sempre più importanza anche per una maggiore stabilità delle tariffe. I combustibili fossili sono già stati oggetto di forti speculazioni e poter conservare in adeguati serbatoi quanta più acqua utilizzabile per le centrali idroelettriche – in sostituzione di gas, petrolio e carbone – significa avere un dispositivo molto efficace contro le leve speculative dei mercati più spregiudicati che operano a danno della collettività.

Per Reinova l’elettrificazione della mobilità, della micro-mobilità e dei macchinari da lavoro, oltre che una naturale evoluzione tecnica per ridurre le emissioni e per rendere più silenziose le macchine, presenta aspetti strategici importantissimi per utilizzare l’energia elettrica autoprodotta a livello nazionale.

*Fit for 55 – è un pacchetto di nuove norme che prevede di aumentare l’obiettivo di produzione da energie rinnovabili dall’attuale 32% al 40% entro il 2030. È un aggiornamento della Direttiva sulle energie rinnovabili. Le proposte contenute nel Pacchetto sono articolate e comprendono diversi settori: trasporti, energie rinnovabili ed efficientamento energetico. Entro il 2035 si può prevedere una forte spinta per l’elettrificazione della mobilità, coerente con questo nuovo Pacchetto di norme dell’UE.*TERNA S.p.A – proprietaria della rete elettrica di trasmissione nazionale italiana (RTN), è uno dei principali operatori europei di reti per la trasmissione dell’energia. TERNA gestisce la rete di trasmissione italiana in alta tensione, una delle più moderne e tecnologiche in Europa. È inoltre l’ente responsabile della transizione e della trasformazione del mercato elettrico verso la sostenibilità, le fonti eco-compatibili e rinnovabili e garantisce un approvvigionamento di elettricità stabile, sicuro ed efficiente a famiglie e imprese italiane. TERNA gestisce infatti 74.855 Km di linee elettriche in alta tensione, 26 interconnessioni con l’estero per un efficiente ed efficace scambio strategico d’energia con i vicini Paesi europei.

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Materie prime critiche: batterie senza cobalto e senza altri metalli rari

Materie prime critiche: batterie senza cobalto e senza altri metalli rari

Quando si parla di veicoli elettrici si tende a credere che le celle della batteria, il vero cuore tecnologico del mezzo, possano contenere materie prime e metalli rari di difficile reperimento sui mercati mondiali.

Una cella attuale per batterie destinate ad auto elettriche è composta da quattro elementi: catodo, anodo, elettrolita e separatore. Il tipo di cella presenta, per convenzione, la sigla dei metalli di cui è composto il materiale. Ad esempio, la cella del catodo è di tipo NCM o di tipo LFP: l’NCM è composto da litio (non citato), nichel, cobalto e manganese, mentre LFP da litio, ferro e fosfato.

Nell’attuale produzione di veicoli a batteria, il cobalto – materia rara rilevata nel catodo – è il metallo più costoso e di difficile reperimento perché la sua estrazione è soggetta a dinamiche socio-politiche instabili e complesse. La maggior parte delle miniere di cobalto, infatti, risiede nella Repubblica Democratica del Congo, seguite da quelle in Russia, Australia, Filippine e Cuba. Tuttavia, le risorse terrestri stimate di questo materiale raro ammontano a circa 25 milioni di tonnellate: si tratta dunque di un metallo difficile da reperire e localizzato in pochi Paesi geopoliticamente instabili (ad eccezione dell’Australia), ma che presenta anche una discreta quantità a disposizione a livello globale.

Si stima che circa la metà delle celle destinate alla produzione di veicoli è già coperta dalla tipologia LFP, Litio Ferro Fosfato (LiFePO4). Le LFP sono già celle prive di cobalto e sono utilizzate per lo più per la produzione di veicoli elettrici con autonomia di guida media presentando dunque un limite consistente: una bassa densità energetica.

La chimica per le celle attualmente più utilizzata è quella NCM (Nichel, Ossido di Cobalto, Manganese). Tuttavia, l’attuale e critica situazione geopolitica, legata soprattutto al conflitto russo-ucraino, può essere causa di una possibile interruzione della catena di fornitura e del reperimento del nichel, problematiche che si sommano alle criticità legate all’estrazione del cobalto. Tra il 2020 ed il 2021, a livello mondiale si è riscontrato un aumento della richiesta di nichel pari al 96% e di cobalto pari al 95%. L’Indonesia è il Paese con la maggiore estrazione di nichel al mondo seguita da Filippine, Nuova Caledonia, Russia, Australia, Canada, Cina, Brasile, Cuba, Guatemala.

Perché attualmente si utilizza la chimica NCM?

Le celle NCM al litio godono di qualità uniforme ed elevata densità energetica e, ad oggi, rappresentano la chimica con la maggiore capacità produttiva industriale mondiale, con circa il 69% del totale. Le celle NCM sono dunque, attualmente, le celle più utilizzate nel settore delle batterie ricaricabili al litio (fonte Bloomberg New Energy Finance).

Nuove chimiche per veicoli ad alte prestazioni

Porsche – per le sue auto elettriche ad alte prestazioni con celle di diversa ed esclusiva composizione chimica – ha sviluppato l’uso dell’anodo in silicio al posto della più gettonata grafite. Grazie al silicio, infatti, la Casa automobilistica ha riscontrato migliori prestazioni di ricarica, compattezza, densità energetica e, soprattutto, di gestione termica e di resistenza alle alte temperature. Tuttavia, questa chimica sembra presentare una durata inferiore delle celle rispetto alle chimiche più diffuse e più durature.

Le batterie allo stato solido

Già nel 2017 è stata annunciata dal Premio Nobel per la Chimica John B. Goodenough una nuova tecnologia allo “stato solido”. L’inventore delle batterie al litio, insieme al suo attuale team della Texas University, avrebbe inventato la cella per batterie al vetro. L’utilizzo del vetro nelle celle per i pacchi batteria, sostitutivo del litio, potrebbe presentare grandi vantaggi quali una maggiore autonomia – raggiungibile anche con tempi di ricarica ridotti – una stabilità termica e una durata molto più prolungata rispetto alle attuali celle. Sembra, inoltre, che le celle con vetro resistano fino a -20°C e fino a +60°C, quindi con necessità di sistemi di “thermal management” a bordo auto decisamente meno pesanti, performanti e raffinati, rispetto a quelli utilizzati oggi per mantenere le batterie al litio dei veicoli elettrici a una temperatura adeguata.

Conclusioni

Le criticità geopolitiche, la facilità di reperimento delle materie prime, il loro prezzo di mercato e la ricerca di chimiche con prestazioni migliori (densità energetiche più alte e autonomia più lunga) daranno un’ulteriore spinta innovativa allo sviluppo di composizioni chimiche più performanti per le celle dei pacchi batteria del futuro.

Attualmente, la ricerca e lo sviluppo delle batterie attuali si sono concentrate soprattutto sul catodo. Sarà quindi importante capire se, seguendo l’esempio della Porsche, nasceranno altri concorrenti sul mercato interessati a soluzioni diverse dalla grafite.

Reinova è pronta a sostenere i suoi partner per trovare, in tempi rapidi, le migliori soluzioni possibili grazie a simulazioni accelerate in laboratorio dell’uso reale delle batterie, applicabili su tipologie diverse di veicoli: dalla micro-mobilità (monopattini ed e-bike) ai macchinari off-highway per la meccanizzazione agricola e per il settore movimento terra e costruzioni.

Glossario

LFP = Litio, Ferro, Fosfato scientificamente la sigla sarebbe LiFePO4 NCM = Nichel, Ossido di Cobalto, Manganese (il litio non è citato ma è il componente base)

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I vantaggi dei costruttori di veicoli che nascono elettrici

I vantaggi dei costruttori di veicoli che nascono elettrici

Da anni si discute sulle oggettive difficoltà che stanno affrontando i costruttori di auto tradizionali, soprattutto in merito alle scelte strategiche da prendere per supportare il processo verso la transizione elettrica.

Il primo punto di debolezza delle Case storiche è senza dubbio il conflitto d’interessi: le aziende che hanno già investito su progetti di veicoli a diesel e benzina – magari ancora in produzione o in corso di ammortamento finanziario – sono certamente in difficoltà nel promuovere al contempo auto elettriche, generando in tal modo possibili cannibalizzazioni all’interno della stessa gamma di offerta aziendale.

Molto spesso si assiste a vere e proprie liste di svantaggi in merito alla trazione elettrica, redatte dai venditori d’auto. L’ostilità delle concessionarie nella vendita di auto elettriche sono veri boomerang per chi, pur avendo auto elettriche a listino, preferisce promuovere la più facile soluzione tradizionale, in netto contrasto con la tendenza di crescita del mercato dei veicoli a batteria.

Il cuore di un moderno veicolo elettrico è ormai riconosciuto da tutti: la batteria ed il software di controllo. I produttori di auto elettriche hanno affinato lo sviluppo dei progetti con particolare attenzione per quelle soluzioni che, sulle auto a combustione interna, non sono ancora fondamentali.

Nel corso degli anni, il concetto di servizio di mobilità e di software sviluppato da Tesla per i suoi clienti dimostra ancora oggi le difficoltà dei concorrenti, anche solo di copiare le soluzioni del pionieristico produttore californiano, ormai leader nell’assemblaggio di pacchi batteria, nello sviluppo della rete di ricarica e, prevedibilmente, nell’applicazione della tecnologia per i veicoli a guida autonoma. L’evoluzione di Tesla da mero produttore di auto a sviluppatore di soluzioni per la mobilità elettrica è decisamente unica ed esclusiva, se paragonata a quasi tutti i concorrenti tradizionali del settore auto.

Tesla è da sempre molto focalizzata a immettere sul mercato prodotti e servizi di livello eccellente. Al contrario, spesso i concorrenti del marchio hanno speso molte risorse optando, attraverso massicce e costose campagne pubblicitarie, a prodotti di scarsa qualità e a servizi che non tengono conto delle vere necessità dei clienti.

Inoltre, tutti i seguaci di Tesla sono incorsi in difficoltà già a partire dalle vendite in concessionaria, osteggiate da chi vede l’auto elettrica come una minaccia, più che come una nuova opportunità d’affari e di servizio per la comunità. Sono anche tali problematiche, a lasciare dunque a Tesla segmenti di mercato importantissimi, come quello premium e delle auto di lusso elettriche.

Nuove opportunità di crescita per la mobilità urbana e a corto raggio

In parallelo, il mercato delle auto elettriche piccole e medio-piccole a basso prezzo sembra non essere così appetibile anche per Tesla e il poco interesse verso questa parte di segmento lascia ampi spazi a costruttori cinesi e a nuove soluzioni di mobilità urbana e privata: i quadricicli leggeri e le microvetture a batteria, difatti, risultano essere molto più adatti ed efficienti, ancor più se gestiti con moderni servizi digitali di car-sharing e di soluzioni di mobilità condivisa, già apprezzate anche in molte città italiane.

Queste nuove nicchie di mercato danno la possibilità di sviluppo a start-up del settore che potrebbero proprio godere del vantaggio di essere già full-electric e, dunque, senza il “peccato originale” di nascere prima come veicoli a trazione endotermica.

Un nuovo modello distributivo per le auto elettriche

In pochi anni, il colosso californiano ha acquisito un’elevata capitalizzazione finanziaria in borsa, rispetto a tutti i suoi concorrenti tradizionali. Tesla ha saputo anche proporre le proprie auto e i propri servizi online, valorizzando direttamente le sue soluzioni, saltando le inefficienti catene distributive tradizionali, le barriere commerciali, i concessionari, intermediari che spesso filtrano e interpretano, a loro interesse, le politiche dei costruttori a cui sono affiliati.

L’importanza dell’infrastruttura di ricarica veloce

Sono passati oltre 14 anni dall’entrata in produzione della prima automobile elettrica di serie, la Tesla modello Roadster con batteria a celle agli ioni di litio. Sin da subito, i pionieri dell’elettrificazione della mobilità hanno capito che i veicoli a batteria possono essere facilmente ricaricati, durante la notte e in sosta, in una qualsiasi presa elettrica. Tuttavia, era ed è ancora oggi importantissimo sviluppare una rete di ricarica dedicata ad alta velocità che possa offrire facilmente un’esperienza di viaggio simile a quella dei veicoli a carburante.

In ritardo di anni, i costruttori tradizionali di auto stanno creando start-up e stringendo partnership con l’obiettivo di sviluppare un’infrastruttura di ricarica più capillare, ma ci vuole ancora tempo prima di raggiungere una copertura geografica simile a quella dei Super Chargers Tesla, ovvero da 250 kW di potenza.

Confusione normativa

Anche dal punto di vista normativo, dopo l’annuncio del 14 luglio del 2021 in merito alle severe restrizioni introdotte dal Fit for 55, ogni futuro tentennamento della UE e dei suoi Paesi più importanti creerà ulteriori incertezze nei programmi e nei budget aziendali dei costruttori tradizionali di automobili.

Il principio della neutralità tecnologica, della libertà di scelta tra i diversi tipi di trazione, la mancata imposizione legale chiara della tecnologia elettrica a batteria, il vincolo alle emissioni zero per le automobili private, lascerà alle Case auto tradizionali la libertà di proporre le loro diverse motorizzazioni ammettendo un più grande margine di rischio d’errore di valutazione e di conseguenti danni economici alle aziende, se il mercato andrà in una direzione diversa da quella attesa dai costruttori dei marchi storici.

Il ruolo di Reinova è quello di indirizzare i propri partner verso soluzioni tecniche, prodotti e servizi di alta qualità, ed orientare alla massima soddisfazione delle necessità dei clienti, in termini di sicurezza della mobilità elettrica ed elettrificata, attuale e futura, con tempi rapidi e certi per la loro realizzazione.

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Macchinari agricoli e movimento terra: sempre più verso l’elettrificazione

Macchinari agricoli e movimento terra: sempre più verso l’elettrificazione

Sono realtà conosciute da tutti quelle delle auto elettriche, delle e-bike e dei monopattini, ma è in atto una importante transizione elettrica, ed è il passaggio verso la produzione di veicoli elettrici per l’agricoltura e nel settore delle macchine da costruzioni.

Un po’ sottotraccia, le soluzioni elettrificate, a batteria, hanno già dimostrato di essere un grande successo applicativo per il settore off-highway, cioè per tutti quei macchinari che necessitano di energia sia per la trazione, per muoversi, sia per azionare attrezzature destinate all’esecuzione di lavori agricoli o edili, dove da molti anni Reggio Emilia, Modena e l’area geografica di riferimento della Motor Valley emiliana, hanno già dimostrato di essere leader mondiali nello sviluppo e produzione di componenti elettrici, meccatronici, oleodinamici per macchine professionali.

Vi sono settori, come quello della meccanizzazione agricola, che stanno vivendo una rivoluzione epocale. La transizione energetica rappresenta un vero e proprio cambio di rotta verso l’uso dell’elettricità in agricoltura, in ottica di sostenibilità ed economia circolare, proprio in un settore storicamente legato ai motori diesel, a combustione interna. Oggi, le aziende agricole possono anche godere, grazie al fotovoltaico, all’agri-fotovoltaico ed alla produzione di biogas, dell’autoproduzione di energia elettrica che può essere utilizzata per ricaricare le batterie, a basso costo ed indipendentemente, a km zero.

Molti imprenditori agricoli, spinti anche dal caro bollette e dall’incertezza dei costi che deve sostenere l’azienda per l’acquisto dei carburanti fossili, del liquido Adblue (per i diesel di ultima generazione), si stanno avvicinando al concetto di “zero emissioni”, intraprendendo, con decisione, la transizione elettrica, verso la sostenibilità economica, ambientale e tecnologica.

Le realtà industriali della meccanica agricola stanno producendo soluzioni ibride e full-electric, BEV, già disponibili sul mercato, offrendo flessibilità ed efficienza, con l’idea di non avere più la necessità di inquinanti e costosi carburanti fossili.

L’anno 2021 potrebbe essere storicamente ricordato come quello dell’elettrificazione, di deciso allontanamento dai motori a combustione. A breve questi nuovi veicoli elettrici potrebbero diventare anche a guida autonoma, riducendo ulteriormente la dipendenza ed i costi aziendali.

Volvo Construction Equipment, uno dei market leader del settore movimento terra, vende già dal 2019 una gamma pressoché completa di macchinari elettrici, caricatori gommati ed escavatori compatti, permettendo di lavorare e movimentare i materiali anche all’interno di edifici. Nel 2022, Volvo CE presenterà ben tre, ulteriori nuove macchine elettriche, della sua gamma.

La decarbonizzazione dei macchinari non è solo spinta da motivazioni ecologiste, ma anche dalla necessità di poter lavorare in modo ambientalmente meno impattante, decisamente più silenzioso e senza emissioni di gas pericolosi, nocivi per la salute.

La coppia costante dei motori elettrici garantisce ai nuovi macchinari professionali a batteria prestazioni esclusive, con una qualità di lavoro addirittura migliore di quella dei veicoli diesel e benzina, simili, utilizzati fino ad oggi.

Insieme al necessario sviluppo di soluzioni tecniche elettrificate, sarà obbligatorio avere, presso l’utilizzatore, un’adeguata infrastruttura di ricarica delle batterie, che permetta di lavorare con continuità, efficacia ed efficienza dei costi generali. Per questo, sarà d’obbligo, per le aziende, rivolgersi a professionisti, partners e consulenti, in grado di accompagnarle nel giusto percorso dell’elettrificazione del loro parco macchine.

I macchinari da lavoro elettrici, oggi, hanno ancora un prezzo d’acquisto di circa il doppio rispetto a quelli tradizionali, anche se in calo, tuttavia, a livello di TCO, costo totale d’uso e possesso, grazie ai ridotti costi di manutenzione necessaria, la differenza iniziale si riduce con il numero di anni d’uso.

A livello europeo si è già intrapresa, quindi, la strada dell’elettrificazione del settore off-highway e Reinova è pronta a supportare nuovi partner anche in questa sfidante transizione tecnologica ed ecologica, verso una crescente attenzione per l’ambiente e la sostenibilità economica aziendale, più indipendente dall’acquisto d’energia fossile, non rinnovabile.

Glossario

BEV = Battery Electric Vehicle

TCO = Total Cost of Ownership traducibile in italiano in: costo totale d’uso e possesso.

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Reinova partecipa attivamente agli “INNOVATION DAYS 2022”, iniziativa organizzata dal Sole 24 Ore e Confindustria su digitalizzazione e sostenibilità

Reinova partecipa attivamente agli “INNOVATION DAYS 2022”, iniziativa organizzata dal Sole 24 Ore e Confindustria su digitalizzazione e sostenibilità

Ad aprire i lavori del roadshow dedicato alle imprese dell’Emilia-Romagna è stato Fabio Storchi, Presidente di Unindustria, Reggio Emilia, a cui è toccato l’onore di iniziare a parlare di strategie di transizione digitale ed ecologica. Secondo Storchi, nonostante la precaria e difficile situazione geopolitica che l’Italia ed il mondo intero stanno affrontando, sia per la pandemia che per il conflitto tra Ucraina e Russia, l’innovazione e la digitalizzazione dei processi restano un patrimonio fondamentale per la ripresa ed il consolidamento del tessuto produttivo su larga scala.

Il tipico tessuto locale, in Emilia-Romagna, è ancora fatto di piccole e medie realtà produttive, molto specializzate, che necessitano di servizi dedicati, una rete di laboratori ed enti specializzati nel trasferimento tecnologico che diano gli strumenti per una maggiore consapevolezza del loro know-how alle aziende, ma che offrano, a costi ridotti, la possibilità di accedere all’innovazione tecnologica sia digitale, sia nell’ambito della sostenibilità economica ed ambientale.

Il dibattito del secondo panel della giornata, si è dedicato alla mobilità sostenibile ed alle iniziative per supportarla: in questo contesto, erano presenti Giuseppe Corcione, CEO di Reinova insieme a Valentina Orioli, Assessora alla Mobilità del Comune di Bologna ed Alberto Viano, Amministratore Delegato LeasePlan.

Il nostro CEO Giuseppe Corcione ha presentato Reinova come un laboratorio, vero incubatore in grado di accompagnare i clienti nella trasformazione sostenibile dei trasporti moderni e della mobilità. Partendo da una situazione attuale dove manca, di fatto, una visione industriale della cultura della mobilità, intesa come servizio alle persone per muoversi, oggi vanno sviluppate adeguate soluzioni digitali integrate per guidare l’elettronica di consumo nell’intermediazione tra le persone e le varie scelte di trasporto disponibili. Fermo restando le tre caratteristiche dei veicoli del futuro prossimo (elettrici, connessi ed autonomi), bisognerà saper declinare, a seconda delle esigenze di trasporto, le diverse soluzioni dedicate. Ad esempio, l’idrogeno è solo un vettore diverso dalle batterie, per far muovere una trazione completamente elettrica, di gran lunga più efficiente energeticamente di qualsiasi altra motorizzazione tradizionale, diesel o benzina. Lo sviluppo futuro delle batterie a stato solido potrebbe essere un ulteriore tassello, importantissimo per la transizione elettrica, così come potrebbe esserlo quello dei grandi condensatori.

Giuseppe Corcione ha inoltre dichiarato che cambierà la “ownership del mezzo”, la proprietà: si viaggerà, quasi sicuramente con veicoli condivisi, dal monopattino, alla bicicletta, per arrivare al carsharing, con auto pubbliche a disposizione per l’uso privato. Con certezza l’evoluzione della mobilità andrà verso mezzi dedicati a seconda del tipo di domanda e di trasporto che il cliente necessita. Inoltre, ha poi affermato che i clienti sono accompagnati nello sviluppo di soluzioni sostenibili, non solo da un punto di vista ambientale, riguardo le emissioni gassose, ma ancora della rumorosità e sostenibilità economica. Grazie all’innovazione della tecnologia digitale sarà possibile sviluppare un trasporto pubblico su richiesta, con veicoli “on demand”.

La guida autonoma renderà le persone più libere: Giuseppe Corcione ha fatto l’esempio di Giacosa, progettista della storica Fiat 500, che ha dato a tanti italiani la possibilità di muoversi in libertà da un punto A ad un punto B. Oggi muoversi in auto, spesso, è una vera costrizione che riduce la libertà, visti i limiti di parcheggio ed accesso alle ZTL, nelle città attuali. La guida autonoma restituirà tempo libero alle persone che potranno decidere se investirlo in lavoro o goderne con passatempo o più riposo. La tecnologia della guida autonoma sarà a servizio delle persone.

È stato, quindi, il momento dell’AD di LeasePlan, azienda del settore del noleggio a lungo termine, Alberto Viano che ha presentato l’ultima edizione della ricerca LeasePlan a livello Europeo “Electric Vehicle Readiness Index”, pubblicata da pochi giorni, che evidenzia come la crescita della circolazione di veicoli elettrici renda sempre più evidente la carenza di stazioni di ricarica in tutta Europa. Per quanto riguarda l’Italia, per l’infrastruttura di ricarica, i risultati ottenuti sono ancora una volta non soddisfacenti: è al terzultimo posto e per il parco veicoli circolanti elettrici il nostro Paese è passato dal 15° al 14°.

Nel contesto della mobilità elettrica, il mercato del noleggio a lungo termine sta dando un grande contributo, con il risultato del primo quadrimestre 2022 che vede le vendite di auto elettriche ed ibride plug-in in oltre il 48% dei contratti.

Molto interessante anche l’intervento alla mobilità sostenibile dell’Assessora di Bologna: sarà sempre più supportata la micromobilità urbana, favorendo l’uso di moderne cargo-bike, in grado di essere agili ed energeticamente efficienti a zero emissioni. Lo sviluppo di questo nuovo mercato di veicoli potrebbe dare nuove opportunità a realtà aziendali dell’Emilia-Romagna.

Giuseppe Corcione ha infine sottolineato come, nonostante il contesto geopolitico attuale, sia molto importante non fermarsi e incentivare una la svolta energetica aziendale, per poter concorrere nel contesto competitivo europeo, considerando questa situazione come una vera opportunità di cambiamento e miglioramento per ridurre i costi energetici, attraverso l’efficienza e l’eliminazione degli sprechi. In questo contesto, dove l’infrastruttura di ricarica è importantissima per la diffusione della mobilità a zero emissioni dirette, Reinova agisce come consulente strategico per una giusta scelta, a supporto delle esigenze e dell’attività economica principale dei suoi partners.

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Reinova e Social Self Driving presentano il primo modello di guida autonoma e semi autonoma

Reinova e Social Self Driving presentano il primo modello di guida autonoma e semi autonoma

Reinova, il nuovo polo d’eccellenza dedicato allo sviluppo e la validazione di componenti per il Powertrain elettrico e ibrido, e Social Self Driving, startup italiana dell’Ing. Luigi Mazzola, hanno presentato il primo rivoluzionario modello di guida autonoma e semi autonoma.

La presentazione, avvenuta all’interno dello stabilimento di Reinova a Soliera (MO), è stata l’occasione per mostrare in anteprima alla stampa e agli stakeholder il POC Proof Of Concept realizzato da Reinova e Social Self Driving, ovvero il primo sistema tecnologico avanzato capace di registrare lo stile di guida del conducente e riprodurlo sulle auto a guida autonoma e semi-autonoma. In questo modo le vetture prive di conducente potranno muoversi con uno stile sempre diverso e scelto dall’utente, riproducendo la parte emozionale, oltre a quella dinamica del veicolo.

La guida autonoma e semi-autonoma rappresenta un potenziale mercato molto importante per il settore automotive nel prossimo futuro, come testimoniano numerose e autorevoli analisi di mercato che prevedono, nei prossimi anni, una diffusione su scala globale di queste vetture ad alimentazione anche elettrica. L’inaugurazione di questo primo modello, da parte di Reinova e Social Self Driving, è un segnale e una conferma che la Motor Valley è in prima linea in fatto di progetti estremamente innovativi legati al mondo automotive.

L’Ing. Giuseppe Esposito Corcione, CEO & Co-founder Reinova, a tal proposito dichiara: “Abbiamo fatto del motto – L’innovazione incontra la creatività – uno dei mantra di Reinova per spingerci oltre il limite di ciò che esiste ed è visibile dinanzi ai nostri occhi. Stiamo immaginando un mondo connesso, condiviso e sicuro unendo le più alte forme di tecnologia e di intelligenza artificiale alla passione, creatività e spirito vincente della Motor Valley. A meno di un anno dall’inaugurazione di Reinova aggiungiamo un altro tassello, quello della condivisione e della guida autonoma, al piano strategico di Reinova. Siamo pronti a guidare questa ulteriore sfida sempre nell’ottica di creare la mobilità del futuro sostenibile, connessa, condivisa, sicura e con aggiornamenti in tempo reale. Il progetto Social Self Driving rappresenta la sintesi di questa importante sfida tecnologica. Oggi possiamo affermare che ciò che era solo un’idea pochi mesi fa, oggi è un progetto concreto e tecnologicamente sostenibile. Rendiamo i veicoli a guida autonoma una passione in movimento, registrando, replicando e ottimizzando gli stili di guida mediante indicatori oggettivi (KPI) e l’utilizzo delle più avanzate tecniche di machine learning.”

L’Ing. Luigi Mazzola, CTO & Co-Founder Social Self Driving, già pioniere sulla guida di auto semiautonome e autonome, dichiara: “Sono passati alcuni mesi dalla creazione della start up Social Self Driving e tante cose sono successe. La più importante è aver determinato un algoritmo che definisce in modo univoco lo stile di guida di qualsiasi guidatore di autoveicoli di vecchia e nuova generazione. Siamo riusciti a creare quello che è alla base della nostra idea: registrare, guidare e condividere il proprio stile di guida. Abbiamo definito una partnership con Reinova (Social Self Driving powered by Reinova) che ci aiuta in questa vera e propria sfida tecnologica. Attraverso un’indagine compiuta in collaborazione con un’importante università italiana, si è visto quanto la nostra idea sia stata accettata in maniera entusiastica da una popolazione eterogenea. Si può certamente dire che è già stata creata l’attesa. Infine, è stato individuato un processo ben preciso, grazie anche all’aiuto di altre realtà aziendali, che ci garantisce la realizzabilità in breve tempo della nostra idea. Avanti tutta e verso una nuova concezione di divertimento nel mondo dell’automotive.”

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Caro bollette per le aziende: il fotovoltaico come strategia energetica a prezzi contenuti

Caro bollette per le aziende: il fotovoltaico come strategia energetica a prezzi contenuti

Il Governo italiano dà maggior impulso alle energie rinnovabili negli edifici pubblici, purché si dotino di pannelli solari fotovoltaici e riducano la loro pressione sui consumi energetici complessivi nazionali, lasciando le forniture, soprattutto di gas metano, all’uso industriale e più strategico, dove è quasi impossibile ridurre o convertire i consumi utilizzando fonti locali e rinnovabili.

Lo scenario europeo attuale e futuro

In Europa lo scenario fotovoltaico è chiaro, nel 2021, ha toccato un nuovo record: l’Unione Europea ha infatti aggiunto 25,9 GW di nuova capacità solare, installata in soli 12 mesi, con un aumento del 34%, rispetto al 2020. Secondo stime prudenti, il parco solare europeo potrebbe raddoppiare nei prossimi 4 anni, portando la capacità totale installata a 327,6 GW, già nel 2025, rispetto all’attuale di 164.9 GW.

Questa è la classifica di chi ha installato più fotovoltaico negli anni 2020 e 2021, in Europa. Chi ha installato di più è la Germania, a cui Spagna, Olanda, Polonia, Francia, Grecia, Danimarca, Ungheria, Italia, Svezia (fonte SolarPower Europe).

La Germania si consolida il paese con maggiori installazioni che traggono energia elettrica dal sole con circa 60 GW totali e 715 W pro-capite. L’Italia, seconda in classifica europea, ma decisamente distanziata, detiene circa 22 GW installati totali, ma solo 364 W pro-capite ed in questa graduatoria è al decimo posto nella classifica europea, per Paese.

Per riassumere, nella produzione energetica totale fotovoltaica già installata, l’Italia, fino al 2021, si piazza al secondo posto in UE, dietro alla Germania, in termini assoluti. Il nostro Paese è però dietro ad Olanda, prima con 765 W/capite (raggiunto nel 2021), Germania 715 W/capite e Belgio 596 W, nella classifica pesata, pro-capite.

Le criticità dell’Italia

Nel nostro Paese emergono delle debolezze: nello scenario medio, stimato da SolarPower Europe, per i prossimi anni, fino a fine 2025, la Germania continuerà a galoppare nella crescita del fotovoltaico, prevendendo d’installare la cifra record di circa 50 MW in soli 4 anni, mentre l’Italia rischia d’installare 7 MW di nuovi pannelli. Nel 2020 l’Italia ha installato solo nuovi 0,6 MW, nel 2021 0,8 MW fotovoltaici.

Se gli scenari previsti da SolarPower Europe si dimostreranno esatti, l’Italia retrocederà nella classifica della produzione totale fotovoltaica e potrebbe essere sorpassata, nei prossimi anni, da Spagna ed Olanda, e incalzata dall’emergente Francia. Vanno molto bene, nella crescita prevista, per i prossimi anni, anche Polonia e Danimarca.

Come già riportato nel nostro Blog post del 12 Aprile 2022, l’anno d’oro del fotovoltaico in Italia è stato il 2011, con una potenza installata, in soli 12 mesi, di poco meno di 10 GW, un valore davvero notevole che ottimisticamente deve essere visto come obiettivo raggiungibile nei prossimi anni.

Ottimisticamente bisogna sperare che il nostro Paese, capace della performance straordinaria dell’anno 2011, sia altrettanto abile nel riconfermare la sua straordinaria dinamicità e capacità di crescita, essendo in grado di superare anche le migliori previsioni.

A livello di previsioni politiche dell’UE, va detto che, fino al 2020 compreso, l’Italia ha dimostrato un accettabile livello d’installazione ed utilizzo delle fonti rinnovabili, del 20,4% di consumo lordo, superando positivamente i target comunitari, non raggiunti in egual modo dalla Francia, con un 19,1%.

Gli interventi per le imprese

Il Governo Italiano dovrà varare delle misure che alleggeriscano il peso del caro bollette per l’industria energivora e che stimolino concretamente, per i prossimi anni, investimenti privati per far sì che il calmieramento tariffario strategico per la stabilità dei costi energetici avvenga attraverso l’autoconsumo di energie rinnovabili come il fotovoltaico e l’eolico, installabili facilmente, in modo efficace ed efficiente, sulle aree industriali di grandi dimensioni e sulle coperture dei capannoni.

Grazie al PNRR è previsto anche uno stanziamento di 1,1 miliardi di euro per l’agro fotovoltaico che dovrebbe contribuire sia alla produzione elettrica, sia all’ottimizzazione dell’irraggiamento delle superfici destinate a determinati tipi di coltura.

Come già evidenziato, l’Italia è molto arretrata rispetto ad altri Paesi europei anche per quanto riguarda l’accumulo elettrico che, abbinato al fotovoltaico ed all’eolico, potrebbe supportare l’efficace transizione energetica e la sostituzione delle fonti fossili non rinnovabili nella produzione d’elettricità.

Sarà importantissimo, per il Governo italiano il monitoraggio continuo dell’andamento delle misure a supporto dello sviluppo delle energie rinnovabili in modo da intervenire, qualora il caso lo richiedesse, in modo urgente con modifiche esecutive e legislative.

Conclusioni

In Italia il bonus fiscale del 110% ha innescato una buona domanda d’impianti fotovoltaici, ma la burocrazia, i permessi pubblici necessari, hanno provocato, per ora, risultati concreti deludenti in termini di nuovo fotovoltaico installato nel nostro Paese. Si stimano ritardi fino a 6 anni ed il Governo attuale sta cercando di limitare i tempi della burocrazia a 2 anni.

Serve sicuramente una sburocratizzazione per le fonti rinnovabili in Italia, non solo per motivi ambientali, per limitare il cambiamento climatico e lo smog, ma finanche per i possibili benefici strategici, d’indipendenza energetica e di stabilizzazione tariffaria, necessari in questo momento di crisi delle forniture di gas metano, il quale arriva a prezzi altissimi a causa della crisi geopolitica tra Russia e Ucraina.

I buoni risultati raggiunti da altri Paesi europei devono far ottimisticamente pensare ed agire con progetti per il fotovoltaico, simili, in Italia.

Reinova si dimostra, ancora una volta, come una realtà tecnologicamente innovativa, anche nella produzione d’energia fotovoltaica, abilitata in tempi record sopra al tetto dello stabilimento di Soliera. Reinova può seguire i suoi partner nel loro percorso di sviluppo dell’autoproduzione ed autoconsumo elettrico fotovoltaico, verso la transizione ecologica.

Glossario inglese

NECP – National Energy Climate Plans

PV – Photo Voltaic