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Come l’industria automotive deve fronteggiare la crisi delle forniture di componenti

Come l’industria automotive deve fronteggiare la crisi delle forniture di componenti

Le grandi Case automobilistiche – come Volkswagen, General Motors, Daimler Mercedes Benz e Stellantis – devono prepararsi ad affrontare la crisi globale di semiconduttori anche per gli anni a seguire, riprogettando strategicamente le auto e trovando delle alternative efficaci a componenti che stanno diventando di difficile reperimento.

In parallelo, anche i ritardi nella catena delle forniture dall’Estremo Oriente persisteranno anche nel 2022: infatti, la capacità produttiva di microprocessori rimarrà limitata nel lungo termine poiché i grandi produttori orientali sembrano non essere interessati a investire i propri capitali per aumentare i volumi delle forniture dei semiconduttori (utilizzati soprattutto nei modelli di auto di ultima generazione). I costruttori di veicoli dovranno, dunque, impegnarsi moltissimo per monitorare i fornitori, gestire i continui ritardi delle future consegne e cercare delle vie alternative per arginare il prima possibile la crisi.

L’industria automotive dovrà accelerare la transizione tecnologica verso architetture elettroniche più avanzate e centralizzate, evitando il più possibile componenti obsoleti e in via di dismissione e, inoltre, non più interessanti per il core-business dei colossi elettronici quali TSMC, Samsung, Intel e Global Foundries.

Nel 2021, la carenza di chip ha creato fermi linea delle catene produttive di molti veicoli, facendo precipitare le consegne addirittura al di sotto di quelle del 2020, anno legato alla chiusura forzata delle fabbriche a causa dell’emergenza sanitaria. Tra tutte le Case, Stellantis NV sembra essere il Gruppo che più di tutti sta subendo l’impatto della mancanza di chip.

A livello strategico, si dovranno riprogettare i veicoli del futuro con computer di bordo multifunzionali, riducendo così il numero di componenti elettronici necessari per ogni veicolo. Andranno dunque rapidamente introdotte architetture elettroniche di controllo del veicolo che contengono chip di ultima generazione.

I mezzi attuali, infatti, posseggono un sistema elettronico decentralizzato, con molti semiconduttori separati che controllano le singole funzioni: oggi, i veicoli contengono in media 1.400 componenti elettronici soggetti a carenze di fornitura e ciò provoca fermi linea completi, anche per la mancanza di un solo chip.

Secondo le statistiche, solo nel 2021, la crisi dei componenti ha provocato al settore perdite per 210 miliardi di dollari di vendite.

Gli esperti prevedono che, nei prossimi anni, si potrebbero verificare anche carenze di approvvigionamento di resine, metalli e gomma. Per questa ragione, Reinova è pronta a supportare i suoi partner nella validazione di soluzioni migliori e alternative, garantendo in questo modo la continuità produttiva. L’industria dovrà affrontare in modo strategico e strutturato le eventuali e possibili carenze, grazie a società di consulenza in grado di testare e confrontare le prestazioni di nuove tecnologie.