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Quanto sarà veloce l’elettrificazione della mobilità Europea?

Quanto sarà veloce l’elettrificazione della mobilità Europea?

I dati sulle immatricolazioni di auto in Europa offrono un indice analitico dell’effettiva e notevole velocità con cui il mercato si sta trasformando – abbandonando sempre più le motorizzazioni tradizionali di diesel, gas e benzina – per proseguire verso una mobilità elettrificata.

In UE, infatti, nei primi 9 mesi del 2019 si sono immatricolate 9,908,370 automobili, mentre nel 2021 solo 7.526.613. In parallelo, nei primi 9 mesi del 2020, l’anno drammatico della pandemia, si sono raggiunte 7.058.090 immatricolazioni. Dunque, in soli 9 mesi, a distanza di 2 anni, il mercato europeo ha perso nel 2021 circa una vendita su quattro: sono andate in fumo ben 2 milioni e 381.757 immatricolazioni d’auto, ovvero circa il 24%. Tale dato dimostra che al mese, rispetto al 2019, circa 265 mila cittadini europei non hanno acquistato una nuova auto.

Analizzando i dati di mercato, quindi, sembra che un forte cambiamento sia già in atto grazie allo sviluppo repentino della transizione tecnologica: infatti, la moderna tecnologia elettrica ed elettrificata sta maturando anche commercialmente e sta diventando sempre più ricercata da parte degli acquirenti, facendo prevedere un’ulteriore accelerazione. Oggi, infatti, i cittadini europei sono sempre più disincentivati all’acquisto di automobili a benzina o diesel in quanto, secondo le previsioni, diventeranno presto obsolete e eccessivamente inquinanti. In aggiunta, a causa delle restrizioni legislative, gli automobilisti non avranno più modo di guidarle liberamente in città, anche prima del compimento della vita utile dell’auto, azzerandone di fatto il valore commerciale residuo.

Per la prima volta nel 2022, in alcune regioni italiane, sarà vietata la circolazione delle auto diesel Euro 5 durante i giorni dichiarati come emergenziali a causa dell’inquinamento eccessivo dell’aria. Le diesel Euro 5, infatti, sono state vendute dal 1° settembre 2011 al 1° settembre 2015, ovvero fino a quando sono diventate obbligatorie le specifiche della normativa Euro 6. In realtà, le Euro 5 diesel posseggono motorizzazioni considerate, solo fino a pochi mesi fa, come moderne, “ecologiche” e a basse emissioni di gas inquinanti. In Norvegia, nazione pilota dell’elettrificazione, la vendita di auto endotermiche cesserà già nel 2022, decisamente in anticipo rispetto ai programmi governativi. In quest’ottica, anche nel resto dell’Europa la transizione ecologica della domanda di mercato potrebbe subire un’accelerazione, proprio perché incentivata dall’esempio della Norvegia, andando dunque a sviluppare – in tempi molto più rapidi rispetto a quanto stimato o imposto dalle normative – un tipo di mobilità elettrica e sostenibile.

Fino ad oggi, uno dei deterrenti più rilevanti all’incremento di immatricolazioni di veicoli elettrici è stato sicuramente la scarsa offerta di prodotto, sia come possibilità di scelta del modello sia come difficile reperibilità dei veicoli nuovi causata dai forti ritardi sulle consegne. È per questa ragione che attualmente si sta puntando maggiormente sulle auto ibride. Nonostante gli studi settoriali dimostrino che le varie soluzioni ibride siano le più dispendiose anche in termini di costo totale di uso e possesso (TCO), ad oggi rimangono infatti i modelli scelti soprattutto per comodità. Ciò dimostra che la preferenza di questo tipo di modello è influenzata specialmente dalla cosiddetta “ansia da ricarica” e dalle abitudini consolidate dei conducenti. In parallelo, però, anche l’insufficiente disponibilità di servizi di ricarica in certe aree geografiche europee risulta essere ancora uno dei maggiori limiti a una diffusione più capillare della mobilità full electric. Infatti, una forte spinta alle vendite dei modelli ibridi l’ha data la loro disponibilità in pronta consegna rispetto alle concorrenti elettriche, BEV, che soffrono ancora di stock scarsi o inesistenti, causati da previsioni sbagliate delle Case automobilistiche.

Pertanto, l’industria automotive dovrà reagire adeguatamente alla nuova domanda del mercato europeo, che in realtà si è dimostrato già pronto per lo sviluppo della transizione ecologica.

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