Home » Alta volatilità dei costi dell’energia
Alta volatilità dei costi dell’energia

Alta volatilità dei costi dell’energia

L’Agenzia Internazionale per l’Energia (AIE) avverte che la transizione verso l’energia pulita è ancora troppo lenta per soddisfare le necessità di limitare i catastrofici cambiamenti climatici. C’è il rischio di un’alta volatilità dei prezzi dei carburanti e conseguentemente dell’energia elettrica, provocata dai mancati investimenti nelle fonti energetiche rinnovabili.

L’incertezza degli impegni governativi a investire nell’energia rinnovabile sta creando le condizioni per un periodo estremamente volatile sul fronte dei prezzi dei carburanti e della conseguente inflazione, dell’aumento dei prezzi di tutti i beni che necessitano del petrolio, dei suoi derivati e del gas, per la loro produzione e per il loro trasporto.

Nonostante i progressi, gli attuali impegni dei governi sulle politiche per limitare il cambiamento climatico arrivano a meno del 20% del percorso previsto verso zero emissioni nell’anno 2050. L’obiettivo dovrebbe essere quello che le attuali tecnologie supportate da adeguate scelte politiche, colmino questo divario entro l’anno 2030. Va evidenziato che si stima che oltre il 40% delle azioni che limitano i cambiamenti climatici è anche conveniente, quindi, rappresenta un vero e proprio investimento economico.

Dalla COP26, 26° Conferenza delle Nazioni Unite sui Cambiamenti Climatici, organizzata da Italia e Regno Unito, UK, l’AIE si aspetta almeno tre cose:

  1. 1. che sia esteso il numero dei Paesi che si impegnano per il clima, perché l’obiettivo del 20% diventi molto più alto ed in un lasso di tempo inferiore;
  2. 2. visto che si stima che il 90% della crescita futura delle emissioni di CO2 è attribuibile ai Paesi emergenti, durante la COP26, si dovranno tentare accordi per finanziare gli investimenti necessari a supporto delle energie rinnovabili, proprio in quei Paesi, che si teme saranno protagonisti nella crescita delle emissioni;
  3. 3. I leader politici delle grandi economie, UE, USA, Cina ed India devono impegnarsi in una chiara comunicazione: “se si continueranno a spendere risorse nei vecchi settori dell’energia “sporca”, non rinnovabile, si rischiano perdite finanziarie pesanti, provocate dall’incertezza”.

Nel World Energy Outlook è sottolineata la necessità di più investimenti in energia rinnovabile, pulita. Le attuali forti turbolenze dei mercati finanziari sono per lo più generate da una decisa ripresa post-pandemica non chiaramente sostenibile, senza cioè adeguati investimenti in energie rinnovabili. Pare, inoltre, che nei piani governativi di ripresa e resilienza (omologhi al PNRR dell’Italia), non si siano considerate sufficienti azioni a supporto delle fonti di energia rinnovabile.

I Paesi ricchi e sviluppati dovranno essere a capo della promozione di centri di eccellenza nella ricerca e sviluppo di tecnologie sempre più innovative che abbiano come obiettivi l’elettrificazione, anche della mobilità e l’efficienza energetica, la sostenibilità, per limitare l’inquinamento ed il cambiamento climatico.