Home » L’Italia tra i primi paesi europei per livelli d’inquinamento
L’Italia tra i primi paesi europei per livelli d’inquinamento

L’Italia tra i primi paesi europei per livelli d’inquinamento

PREMESSA

Dal 2021 tutte le automobili Euro 5 ed Euro 6, attualmente in vendita nei paesi dell’Unione Europea, con motori endotermici (diesel, benzina, GPL e metano etc..) dispongono di sofisticati sistemi filtranti e di e tecnologie mirate all’abbattimento dei composti inquinanti più pericolosi, contenuti nei gas di scarico. Tuttavia, la complessità dei moderni dispositivi antinquinamento di cui sono equipaggiati i motori endotermici, parallelamente alle normative sempre più stringenti dell’UE in tema di limitazione delle emissioni nocive e climalteranti ed insieme ad una nuova sensibilità ambientale collettiva, stanno accompagnando il mercato dell’automobile verso la decarbonizzazione completa (nel medio periodo, si può stimare, tra 5 – 10 anni). La tendenza attuale è chiaramente verso veicoli ad emissioni zero, completamente elettrici, di tipo BEV.

I trasporti in generale non possono essere considerati gli unici responsabili dell’inquinamento dell’aria. Tuttavia, soprattutto nei centri abitati con molto traffico ed alta congestione, l’obsolescenza dei veicoli, soprattutto diesel, fino all’omologazione Euro 4, immatricolati fino all’anno 2010, hanno notevoli emissioni puntuali, soprattutto di pericoloso particolato PM 10 e PM 2.5.

Soprattutto in città, la concentrazione di veicoli circolanti di vecchia generazione e la quantità di persone che vi vivono e lavorano, fa sì che, oggi, ci sia molta preoccupazione per la salute pubblica e quindi si stia pensando, sempre più, all’uso cittadino di veicoli a zero emissioni, elettrici, sia auto private che bus del trasporto pubblico, per evitare l’emissione di gas inquinanti e climalteranti, ma anche di rumori molesti, che penalizzano la qualità della vita delle persone.

LE CONSEGUENZE DELL’INQUINAMENTO DELL’ARIA

In un solo anno sono 52.300 le morti premature in Italia associate all’esposizione al particolato fine (PM 2,5). Una vera e propria guerra in corso! I dati dell’Agenzia Europea dell’Ambiente sono chiari: molte città italiane soffrono ancora di un inquinamento nocivo per la salute, che accorcia la vita dei cittadini, provocandone la morte precoce, con gravissime malattie. Le due città italiane in testa alla classifica per morti premature legate all’inquinamento da PM 2,5 sono Brescia e Bergamo, ma tra le prime undici, in tutta Europa, troviamo anche Vicenza, Saronno e Verona.

Come ulteriori esempi, prenderemo anche le due città più vicine a noi: Modena e Reggio Emilia. Lo scenario è preoccupante: si contano rispettivamente 139 e 115 morti all’anno, numeri che potrebbero evitarsi se i livelli di PM 2,5 rispettassero i limiti di salubrità dell’aria.

Le città italiane in cui l’inquinamento da NO2-biossido di azoto e relativi NOx è più presente sono Torino (al terzo posto assoluto in Europa, che registra 34 morti all’anno) e l’area metropolitana di Milano che piange ben 103 morti all’anno. Modena è al 79° posto, Reggio Emilia al 77° (non sembrano esserci morti diretti registrati provocati da eccessi da gas NO2, tuttavia, vi sono circa 110 persone a Modena e 77 persone a Reggio Emilia, che non sarebbero morte, ogni anno, se il livello di NO2 fosse uguale a quello della città europea meno inquinata, Reykjavik, Islanda!).

Origine del particolato

L’origine del particolato PM 2,5 e PM 10, può essere naturale: ne fanno parte, per esempio, il particolato espulso durante le eruzioni di vulcani, i prodotti della combustione del legno durante gli incendi, i pollini vegetali dispersi nell’aria in primavera. Non sono queste cause naturali, però, a destare preoccupazione: la preoccupazione per la salute delle persone è per il particolato provocato dall’uso di combustibili fossili per l’autotrazione e per il riscaldamento. Quindi sarà sempre più necessaria un’elettrificazione sia della mobilità ma anche della climatizzazione degli edifici in città, il miglioramento dell’efficienza energetica, per ridurre al massimo le emissioni di gas inquinanti pericolosi ed in parte, anche climalteranti.

Pericolosità per la salute del particolato

La IARC (International Agency for Research on Cancer) ha posto tutte le sostanze costituenti gli inquinanti atmosferici nel Gruppo 1 della sua classificazione insieme ai peggiori agenti carcinogeni in circolazione. Il particolato fine PM 2,5 in particolare è pericoloso perché penetra nell’organismo umano attraverso il sistema respiratorio: minore è la dimensione del particolato e maggiore è l’accesso all’interno del sistema, arrivando fino ai bronchi e agli alveoli, nel caso del particolato più fine, inferiore quindi ai 2,5 µm. L’impatto del particolato sulla salute umana si manifesta con una maggiore incidenza dei tumori, specie quelli polmonari, ma anche al colon e all’intestino.

Pericolosità per la salute del biossido di azoto, NO2

Il biossido d’azoto NO2 è un tipico inquinante dell’aria, è originato soprattutto dal traffico veicolare. I motori diesel ed a gas emettono più NO2 rispetto ai motori a benzina. Il NO2 ha un odore pungente e può provocare irritazione oculare, nasale o a carico della gola e quindi anche tosse. Pericolose alterazioni della funzionalità respiratoria si possono verificare in soggetti sensibili, quali bambini, persone asmatiche o affette da bronchite cronica. Nei motori diesel Euro 5 ed Euro 6 c’è una notevole riduzione del NO2 grazie ai tecnologici dispositivi di trattamento dei gas di scarico, come l’EGR, Exhaust Gas Recirculation ma, l’abbattimento totale degli inquinanti, è ancora oggi, difficile e problematico!

CONCLUSIONI

Tutti i veicoli con motori diesel, per limiti uniti dalla loro tipologia, nel ciclo di guida reale, soprattutto urbano, dinamico, caratterizzato da brusche e variabili accelerazioni, hanno elevate emissioni di NO2, anche se limitate da dispositivi tecnici di trattamento dei gas.

Altre tipologie di motori ICE, come i veicoli a benzina, presentano alte emissioni di CO2 derivanti da una inefficienza del ciclo di combustione. Non trascurabili sono poi le emissioni di rumore, nocive per la salute, soprattutto in città.

Le emissioni di PM 2,5 e PM 10, sono state notevolmente limitate nelle motorizzazioni con omologazioni Euro 5 ed Euro 6, dai filtri antiparticolato, FAP, che filtrerebbero l’inquinante particolato quando l’auto circola in città, per poi eliminarlo, ad alte temperature, a più alti regimi.

I veicoli elettrici, quindi, oltre al comfort di marcia e l’assenza di emissioni acustiche, sono da considerare, grazie alle zero emissioni di gas, il futuro per la mobilità individuale cittadina, ma si spera che siano la soluzione anche per il trasporto pubblico e la logistica dell’ultimo miglio.

GLOSSARIO

BEV – veicolo completamente elettrico, a batteria. Battery Electric Vehicle.

PM 2,5 – è l’acronimo che significa Particulate Matter ≤ 2,5 µm, è il materiale particolato aerodisperso, l’insieme delle particelle atmosferiche solide e liquide sospese in aria ambiente. Il termine PM2,5 identifica le particelle di diametro aerodinamico inferiore o uguale ai 2,5 µm, una frazione di dimensioni aerodinamiche minori del PM10 e in esso contenuta.

PM 10 – è l’acronimo che significa Particulate Matter ≤ 10 µm, è il materiale particolato aerodisperso, l’insieme delle particelle atmosferiche solide e liquide sospese in aria ambiente. Il termine PM 10 identifica le particelle di diametro aerodinamico inferiore o uguale ai 10 µm.

NOx – identifica in modo generico gli ossidi di azoto NO, NO2, NO3, … che si producono come sottoprodotti durante una combustione.

ICE – Internal Combustion Engine.

Gas climalteranti – gas che provocherebbero l’effetto serra, cioè il surriscaldamento del clima, il suo cambiamento.